Bruxelles 22 maggio 2025

Le conseguenze della tripla crisi planetaria: cambiamento climatico; perdita di biodiversità; inquinamento; rappresentano una minaccia esistenziale, in particolare per le persone più vulnerabili. Tutte le regioni e tutti i cittadini sono direttamente colpiti dal cambiamento climatico, ad esempio attraverso la perdita di posti di lavoro in settori colpiti dal clima, come l’agricoltura, la pesca e il turismo. Gli impatti del cambiamento climatico non sono neutrali, poiché, ad esempio, gli anziani, le persone con disabilità, le persone socialmente emarginate, hanno capacità di adattamento diverse o inferiori.

Il pianeta si sta riscaldando a una velocità superiore al previsto e tutti i paesi sono colpiti dagli impatti del cambiamento climatico. Per affrontare questi problemi, divenuti impegni, in seguito all’Accordo di Parigi, è in atto, nei paesi sviluppati, una rivoluzione tecnologica, con ingenti investimenti nelle energie rinnovabili, nella maggior parte delle economie industrializzate. Ciò sta mobilitando i governi di diverse regioni del mondo, alla ricerca di modelli di riferimento, competenze e finanziamenti, per sviluppare processi di produzione più ecologici, diversificare le proprie catene di approvvigionamento e mantenere l’accesso ai mercati, riducendo, al contempo, l’inquinamento e garantendo un migliore accesso all’energia, per tutti, sul proprio territorio.

Una rinnovata strategia industriale e il Green Deal

L’industria è una delle colonne portanti dell’economia dell’UE e la riduzione delle sue emissioni è un passo fondamentale verso la neutralità climatica entro il 2050. La decarbonizzazione del settore è complessa. Data l’eterogeneità del settore industriale, è logico che sarà necessaria un’ampia varietà di interventi per la decarbonizzazione. Non esiste una soluzione miracolosa per una completa decarbonizzazione industriale e occorre trovare soluzioni più mirate, che tengano conto delle caratteristiche specifiche dei vari settori.

Oggi, l’UE è già leader mondiale in alcuni settori puliti ed è sicura di poter mantenere il suo ruolo centrale nei prossimi anni. Accogliere la transizione industriale e incoraggiare lo sviluppo di un’industria nazionale verde e circolare fornirà, senza alcun dubbio, un vantaggio competitivo all’UE. Tuttavia, soprattutto Stati Uniti e Cina stanno investendo massicciamente, per competere nelle soluzioni di decarbonizzazione industriale.

Il piano industriale del Green Deal, adottato dalla Commissione, definisce i principi generali di questa strategia industriale rafforzata, per fare dell’Europa la patria delle tecnologie pulite e dell’innovazione industriale. Inoltre, altre disposizioni rilevanti, per la strategia industriale dell’UE, sono incluse anche nella Direttiva sulle Energie Rinnovabili[1], proposta nell’ambito del pacchetto Fit-For-55, nonché sulla revisione proposta nell’ambito del pacchetto REPowerEU[2], e sulla revisione dei Regolamenti sui gas fluorurati[3].

Il piano industriale del Green Deal si articola in quattro pilastri.

1- Il primo pilastro tratta il miglioramento del contesto normativo, per concentrare gli investimenti su settori e progetti strategici e accelerare le procedure autorizzative. Il Net Zero Industry Act[4] e il Critical Raw Materials Act[5], pubblicati nel 2024, sono proposte operative, nell’ambito di questo primo pilastro sull’ambiente normativo del Piano industriale.

2- Il secondo pilastro mira ad accelerare gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. A tal fine, le norme sugli aiuti di Stato vengono temporaneamente adattate, tenuto conto del quadro temporaneo di crisi e di transizione; e, a medio termine, viene creato un Fondo Sovrano dell’UE, annunciato il 19 giugno 2023, denominato: Piattaforma per le Tecnologie Strategiche per l’Europa o STEP[6]. Questi due interventi consentono di ottenere finanziamenti, con flessibilità, a breve termine.

3- Il terzo pilastro riguarda le competenze, con l’istituzione di Accademie Industriali Net-Zero[7] per avviare percorsi di riqualificazione dei programmi e accesso facilitato ai mercati del lavoro dell’UE per i cittadini di paesi terzi.

4- Il quarto pilastro riguarda il commercio, con l’obiettivo di massimizzare gli accordi commerciali esistenti, contrastare le pratiche commerciali sleali e dare priorità alle tecnologie pulite e ai partenariati industriali a zero emissioni nette.

“Net Zero Industry Act” (NZIA), è un Regolamento dell’UE che mira a rafforzare la produzione europea di tecnologie a zero emissioni nette. L’obiettivo è aumentare la capacità produttiva dell’UE in questo settore, rendendola competitiva a livello globale e contribuendo alla transizione verso la neutralità climatica.

Questo Regolamento definisce un elenco di “tecnologie strategiche a zero emissioni nette”: solare fotovoltaico e solare termico; elettrolizzatori a idrogeno;  celle a combustibile; tecnologie sostenibili per biogas/ biometano; tecnologie per batterie/accumulo; pompe di calore;  tecnologie per l’energia geotermica; tecnologie di rete; energia eolica onshore e fonti rinnovabili offshore, cattura e stoccaggio di CO2; che possono beneficiare di un sostegno specifico e sono soggette all’obiettivo di fornire almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologie strategiche, a zero emissioni nette, entro il 2030.

La legge stabilisce inoltre l’obiettivo dell’UE di raggiungere una capacità di iniezione annua di 50 Mt di CO2 nei siti di stoccaggio strategici nell’UE, entro il 2030, da finanziare sulla base dei contributi proporzionali, dei produttori di petrolio e di gas dell’UE.

Oltre all’obiettivo di cattura della CO2, il Regolamento mira anche a diversificare l’offerta di tecnologie a zero emissioni nette e impone alle autorità pubbliche di considerare i criteri di sostenibilità e resilienza, per le tecnologie a zero emissioni nette, come prioritari negli appalti pubblici o nelle aste. Non per niente anche in Italia è in atto un processo di revisione degli Appalti pubblici per inserire anche questi nuovi criteri nelle gare.

NZIA, migliora inoltre le competenze, con nuove misure, volte a garantire una forza lavoro qualificata a supporto della produzione di tecnologie a zero emissioni nette nell’UE, tra cui l’istituzione di Net-Zero Industry Academies, con il supporto e la supervisione della Net-Zero Europe Platform. A fine giugno 2024, la Commissione europea ha lanciato l’Accademia solare europea, la prima di una serie di accademie dell’UE istituite ai sensi del Net-Zero Industry Act (NZIA), per sviluppare le competenze necessarie lungo le catene del valore delle tecnologie a zero emissioni nette.

Le Accademie supportano gli Stati membri dell’UE nello sviluppo di competenze tecnologiche a zero emissioni nette, monitorano le Net-Zero Industry Academies, mobilitano le parti interessate e facilitano l’acquisizione di credenziali di apprendimento e sviluppano contenuti e programmi di apprendimento insieme all’industria, per garantire competenze e forza lavoro sufficienti nella catena del valore.

Si stima che, nel solo settore manifatturiero del solare fotovoltaico (PV), entro il 2030 saranno necessari circa 66.000 lavoratori qualificati, affinché l’UE possa raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile, garantendo al tempo stesso la competitività industriale. La Solar Academy mira a formare 100.000 lavoratori nella catena del valore del solare fotovoltaico nei prossimi tre anni, per colmare l’attuale divario di manodopera e competenze nel settore.

Prevede inoltre misure specifiche per promuovere l’innovazione, consentendo agli Stati membri di istituire Sandbox regolamentari per testare tecnologie innovative a zero emissioni nette in condizioni normative flessibili. Infine, è stata istituita una Net-Zero Europe Platform[8] per assistere la Commissione e gli Stati membri nel coordinamento delle azioni e nello scambio di informazioni, anche in merito ai partenariati industriali, a zero emissioni nette. La Net-Zero Europe Platform sosterrà gli investimenti individuando esigenze finanziarie, colli di bottiglia e migliori pratiche per i progetti in tutta l’UE.

Il 19 febbraio 2025, la Commissione europea ha organizzato a Bruxelles il primo incontro ad alto livello della piattaforma Net-Zero Europe, segnando il lancio ufficiale della piattaforma. La piattaforma comprende rappresentanti della Commissione e dei paesi dell’UE, sotto la presidenza della Commissione. Monitora i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi della legge.

Le priorità principali della Piattaformasono:

  • Discutere, coordinare e condividere le migliori pratiche,
  • Garantire l’attuazione uniforme della NZIA in tutti i paesi dell’UE,
  • Fornire consulenza ai promotori dei progetti in merito al finanziamento e al matchmaking degli investitori
  • Tracciare i progressi verso l’obiettivo del 40% della capacità produttiva dell’UE per le principali tecnologie strategiche, a zero emissioni nette, entro il 2030.
  • Discutere l’attuazione delle disposizioni relative al rilascio delle autorizzazioni (sportelli unici, durata, ecc.).
  • Individuare ed esaminare i colli di bottiglia e le esigenze finanziarie dell’UE, coordinare i finanziamenti nazionali e dell’UE, confrontarsi con il gruppo consultivo del settore net-zero e fornire raccomandazioni.
  • Raccomandare pratiche di soluzioni innovative per gli appalti pubblici e pre-commerciali, e discutere l’attuazione delle aste e le iniziative di accesso al mercato

I progetti strategici a zero emissioni nette godono di uno “status di priorità” nazionale ai sensi del Regolamento NZIA, garantendo un rapido trattamento amministrativo e un rilascio più rapido delle autorizzazioni. Questi progetti ricevono inoltre ulteriore attenzione nella Piattaforma Net-Zero Europe, anche attraverso la consulenza finanziaria.

Ai sensi del Net-Zero Industry Act -NZIA, i promotori di progetti possono richiedere lo status di “Progetto strategico a zero emissioni nette”. Ove applicabile, sono previsti anche: un trattamento urgente nelle procedure giudiziarie e di risoluzione delle controversie; valutazioni semplificate per specifiche deroghe alla normativa ambientale.

Misure energetiche a sostegno dell’industria

L’efficienza energetica ha contribuito in modo significativo alla decarbonizzazione dell’industria negli ultimi anni, incoraggiata, sia dalla Direttiva sull’efficienza energetica[9] sia da altri atti legislativi dell’UE, sia dai progressi tecnologici nei processi industriali. Il potenziale rimanente per l’efficienza energetica è ancora ampio[10], e la citata Direttiva sull’efficienza energetica aumenta significativamente l’ambizione dell’UE e pone una forte enfasi sull’efficienza energetica: i paesi dell’UE saranno tenuti a raggiungere un tasso medio annuo di risparmio energetico dell’1,49% dal 2024 al 2030, rispetto all’attuale requisito dello 0,8%, generando risparmi energetici in diversi settori, inclusa l’industria.

Nel 2021, l’elettrificazione rappresentava solo il 33% del consumo finale di energia nell’industria, mentre la combustione diretta di combustibili fossili copre il restante utilizzo[11]. I combustibili fossili vengono bruciati per fornire calore industriale a numerose e svariate applicazioni, che vanno dal calore a bassa temperatura nella preparazione degli alimenti al calore ad alta temperatura negli altiforni.

L’elettrificazione del calore industriale, a bassa e media temperatura, con elettricità decarbonizzata può ridurre le emissioni industriali, grazie alle attuali tecnologie disponibili. Il calore a bassa temperatura può essere fornito da pompe di calore, mentre il calore per applicazioni specifiche può fare affidamento su tecnologie innovative, a basse emissioni di carbonio, come forni ad arco elettrico, riscaldamento a infrarossi e riscaldamento a induzione.

Un’analisi del potenziale tecnologico per l’elettrificazione industriale in 11 settori industriali nell’UE (che rappresentano il 92% delle emissioni di CO2 dell’industria europea) mostra che il 78% della domanda di energia è elettrificabile con tecnologie già consolidate; mentre il 99% dell’elettrificazione può essere raggiunto con il prossimo utilizzo di tecnologie in fase di sviluppo[12].

“Oltre le Emissioni Zero” o “Industria Elettrizzante”

Si tratta di un progetto che mira a rendere l’industria europea più sostenibile e neutrale, dal punto di vista climatico. L’obiettivo è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con un piano di transizione che prevede la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Questo piano si inserisce nell’ambito del “Green Deal europeo” e promuove l’uso di energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni inquinanti.

Il piano “Oltre le Emissioni Zero” o “Industria Elettrizzante” fa parte di un più ampio sforzo europeo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questa neutralità significa che le emissioni di gas serra vengono compensate, sia da azioni di sequestro di carbonio, sia da una riduzione delle emissioni.

Per raggiungere questo obiettivo, il piano si focalizza su diversi aspetti:

  • Riduzione delle emissioni:

Si punta a ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori industriali, incentivando l’uso di tecnologie a basso impatto e la transizione verso energie rinnovabili.

  • Transizione verso l’elettricità:

L’elettrizzazione è una delle strategie chiave, con l’obiettivo di sostituire i combustibili fossili con energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

  • Innovazione e sviluppo tecnologico:

Si investe nello sviluppo di nuove tecnologie a zero emissioni e nella diffusione di soluzioni innovative per rendere l’industria più sostenibile.

  • Net-Zero Industry Act:

Il Net-Zero Industry Act (NZIA) è un Regolamento che mira ad aumentare la capacità produttiva europea di tecnologie a zero emissioni, sostenendo la competitività dell’industria interna e migliorando la resilienza energetica dell’UE.

  • Incentivi e sostegno finanziario:

Vengono forniti incentivi e sostegno finanziario, per favorire l’adozione di tecnologie a basso impatto e la transizione verso l’economia a zero emissioni.

In sostanza, il Piano “Oltre le Emissioni Zero” (o “Industria Elettrizzante”) rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico, puntando a rendere l’industria europea più sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico, entro il 2050.

La concorrenza globale per le materie prime

La comunicazione sul Green Deal dell’UE[13], adottata l’11 dicembre 2019, riconosce l’accesso alle risorse come una questione di sicurezza strategica, per realizzare l’ambizione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e aumentare l’ambizione climatica per il 2030.

L’approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime primarie e secondarie, in particolare di materie prime critiche, per tecnologie chiave e settori strategici come: le energie rinnovabili; la mobilità elettrica; il digitale; lo spazio; e la difesa, è uno dei prerequisiti per raggiungere la neutralità climatica.

La nuova strategia industriale per l’UE[14] affronta la sfida della sicurezza e della sostenibilità e richiede un piano d’azione sulle materie prime critiche; e alleanze guidate dall’industria, per le materie prime.

La domanda di materie prime non energetiche, come metalli e minerali, aumenta rapidamente con l’ambizione climatica. A differenza delle tecnologie alimentate dai combustibili fossili, le tecnologie chiave per decarbonizzare i settori della produzione di energia, dell’industria e dei trasporti (in particolare eolico, solare fotovoltaico, batterie e idrogeno) richiedono grandi quantità di metalli e di minerali.

In vista della neutralità climatica entro il 2050, si prevede che la domanda di energia rinnovabile e di trasporti decarbonizzati nell’UE aumenterà, così come la domanda di materie prime. La ricerca di nuovi materiali, l’aumento dell’efficienza e il contributo dell’economia circolare possono mitigare, in una certa misura, l’aumento previsto della domanda, ma non si prevede che queste misure invertano la tendenza

.

I mercati stanno reagendo all’aumento della domanda di materiali critici, con incrementi significativi nelle previsioni di offerta. Le dimensioni del mercato dei minerali chiave per la transizione energetica sono raddoppiate negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 320 miliardi di dollari nel 2022. L’AIE[15] afferma che l’offerta di minerali critici, per la transizione energetica, potrebbe avvicinarsi ai livelli necessari per sostenere gli impegni climatici, entro il 2030, dopo che gli investimenti nella produzione di minerali critici sono aumentati del 30%, nel 2023, e del 20% nel 2022.

Anche la spesa per l’esplorazione è aumentata del 20% nel 2022, trainata dalla crescita record dell’esplorazione del litio. Per il litio, l’AIE prevede che l’offerta, entro il 2030 raggiungerà le 420.000 tonnellate, per soddisfare gli impegni previsti dalle nuove tecnologie[16].

In passato si sono osservate ampie oscillazioni dei prezzi delle materie prime, a causa di fattori di mercato sbilanciati tra domanda e offerta: ad esempio, i prezzi del litio hanno raggiunto livelli record all’inizio del 2023, ma nell’aprile 2023 si erano pressoché dimezzati[17]. Allo stesso modo, i prezzi del silicio sono quadruplicati a metà del 2021, ma entro la metà del 2022 erano tornati ai prezzi precedenti il picco[18].

Attualmente, l’UE dipende quasi esclusivamente dalle importazioni per molti materiali di consumo primario: CRM[19]. Infatti, per 31 degli 82 materiali o gruppi di materiali valutati, la dipendenza dalle importazioni è del 100% nella fase di estrazione o lavorazione, e superiore all’80% per altri 6 materiali[20].

11-Il dato non deve essere interpretato in termini di tonnellaggio di CRM proveniente dai paesi, ma in termini di numero di CRM, di cui il paese è il principale fornitore dell’UE (Studio sull’elenco dell’UE Materie prime critiche (2020) Rapporto finale)

 Conclusioni

Attraverso il “Piano d’Azione Energia Accessibile”[21] la Commissione mira anche a ridurre il costo della fornitura di elettricità. L’obiettivo è quello di disaccoppiare le bollette elettriche al dettaglio dai prezzi del gas, elevati e volatili.

La Commissione, entro il 2025, intende lanciare, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), un programma pilota di contro-garanzie, per gli Accordi di Acquisto di Energia (PPA)[22] intrapresi dalle aziende per un importo indicativo di 500 milioni di EURO e intende fornire, inoltre, orientamenti agli Stati membri sulla progettazione di Contratti per differenza[23] efficaci, compresa la loro combinazione con i citati PPA.

Gli Stati membri, da parte loro, dovranno impegnarsi sulla riduzione dei tempi di autorizzazione per gli impianti, e Bruxelles li sosterrà, con orientamenti e supporto tecnico. Inoltre presenterà alcune proposte legislative per accelerare le autorizzazioni per reti, per strumenti di memoria dell’energia e per gli impianti di energie rinnovabili; compresa la semplificazione delle valutazioni ambientali e l’abbreviazione dei termini per i permessi, come parte del Pacchetto Reti Europeo[24].

La Commissione sta valutando anche “La semplificazione delle pratiche di licenza per le nuove tecnologie di energia nucleare e intende pubblicare una Comunicazione SMR” nel 2026. Infine presenterà nuovi dati più granulari sui potenziali per l’eolico offshore e per il solare fotovoltaico nell’Energy and Industry Geography Lab[25] .

Nel 1° trimestre 2026 la Commissione presenterà il Pacchetto Reti Europeo, composto da proposte legislative e misure non legislative per: migliorare la pianificazione delle reti, interconnector compresi; promuovere la digitalizzazione e l’innovazione; aumentare la visibilità delle esigenze di approvvigionamento della produzione. Di pari passo la BEI offrirà un pacchetto di contro-garanzie ai produttori di componenti di rete, con un importo indicativo di almeno 1,5 miliardi di euro.

In sostanza, la Commissione si sta impegnando:

Azione 1: rendere più economiche le bollette dell’energia elettrica
Oneri di rete più efficienti, per ridurre i costi del sistema energetico
Riduzione della tassazione dell’elettricità ed eliminazione dalle bollette delle componenti di costo non energetiche
Consentire ai consumatori di passare a fornitori di energia più economici, contrastando al contempo la povertà energetica

Azione 2: ridurre il costo dell’approvvigionamento di energia elettrica
Dissociare le bollette dell’energia elettrica al dettaglio dai prezzi elevati e volatili del gas
Ridurre i tempi di autorizzazione, per accelerare la transizione energetica
Accelerare l’espansione, la modernizzazione e la digitalizzazione delle reti
Aumentare la flessibilità del sistema, mediante lo stoccaggio e la gestione della domanda
Orientamenti sulla promozione della remunerazione della flessibilità, nei contratti al dettaglio

Azione 3: migliorare i mercati del gas per garantire prezzi dell’energia equi
Assicurare una concorrenza leale sui mercati del gas
Sfruttare il potere d’acquisto dell’UE per ottenere condizioni migliori per il gas naturale importato

Azione 4: efficienza energetica
Sostenere e incrementare i risparmi energetici
Realizzare un mercato dell’efficienza energetica, di dimensione europea

 

[1] RED III, Direttiva 2023/2413

[2] COM (2022) 230 final, REPowerEU Plan, Brussels, 18.5.2022  il piano REPowerEU propone una serie di azioni per risparmiare energia, diversificare gli approvvigionamenti e accelerare la transizione verso l’energia pulita in Europa

[3] Regolamento UE 2024/573 sui gas fluororati a effetto serra

[4] Regolamento (UE) 2024/1735 del 13 giugno 2024 che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione delle tecnologie a zero emissioni nette

[5] Regolamento (UE) 2024/1252  dell’11 aprile 2024, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche

[6] Regolamento (UE) 2024/795:istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) per sostenere le tecnologie strategiche critiche ed emergenti e le rispettive catene del valore nei settori pertinenti;

[7] La Commissione ha presentato l’Accademia per l’energia solare, la prima di una serie di accademie dell’UE che saranno istituite allo scopo di sviluppare le competenze necessarie lungo le catene del valore delle tecnologie a zero emissioni nette. Queste accademie svilupperanno insieme all’industria contenuti e programmi di apprendimento, al fine di garantire competenze e forza lavoro sufficienti nella catena del valore.

[8] La piattaforma comprende rappresentanti della Commissione e dei paesi dell’UE, sotto la presidenza della Commissione. Monitora i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi della legge. Le priorità principali sono: 1. Discutere, coordinare e condividere le migliori pratiche; 2. Garantire l’attuazione uniforme della NZIA in tutti i paesi dell’UE; 3. Fornire consulenza ai promotori del progetto in merito al finanziamento e al matchmaking degli investitori

[9] Direttiva (UE) 2023/1791 sull’efficienza energetica

[10] Cfr: US DOE Advanced Manufacturing Office. Migliorare le prestazioni del sistema a vapore: un manuale per l’industria, 2a ed. Washington, DC, 2012

[11]  Bilanci energetici Eurostat 2023

[12] Madeddu et altri. (2022). Il potenziale di riduzione di CO2 per l’industria europea attraverso l’elettrificazione diretta della fornitura di calore (power-to-heat). Environ. Res. Lett. 15 124004. DOI 10.1088/1748-9326/abbd02. Oltre le emissioni zero (2022). Piano per l’industria a zero emissioni di carbonio. Industria elettrizzante.

[13] COM(2019) 640 definitivo

[14] COM(2020) 102 definitivo. La nuova strategia industriale dell’UE

[15] AIE/IEA: Agenzia Internazionale dell’Energia

[16] IEA/AIE : Rassegna del mercato dei minerali critici 2023

[17]  BNEF (2023a). Metalli per batterie mensili: inizia la ripresa del prezzo del litio. BNEF sta per Bloomberg New Energy Future. BNEF è una divisione di Bloomberg che si concentra sulla ricerca strategica nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’industria, dell’edilizia e dell’agricoltura.

[18] BNEF (2023b). Prospettive sui metalli di transizione 2023.

[19] CRM: Critical Raw Materials, Materie Prime Critiche

[20] Commissione Europea (2020). Studio sull’elenco delle materie prime critiche dell’UE – Relazione finale.

[21]  COM(2025) 79 final del 26/2/2025. Piano d’azione energia accessibile

[22] Un Power Purchase Agreement – PPA è un contratto a lungo termine, tra un produttore di energia elettrica e un cliente. I PPA possono durare dai 5 ai 20 anni, durante i quali l’acquirente di energia compra energia a un prezzo pre-negoziato.

[23] Un Contratto Per Differenza – CFD ( Contract For Difference) è uno strumento finanziario.  il CFD rappresenta un’operazione in cui due parti, venditrice e acquirente, convengono per scambiare denaro sulla base della variazione di valore che intercorre tra il momento in cui l’operazione viene aperta e quello in cui viene chiusa. Se il valore dell’attività aumenta, la parte acquirente realizza un guadagno e la parte venditrice una perdita; viceversa il decrescere del valore comporta un guadagno per il venditore e una perdita per l’acquirente. I CFD sono strumenti derivati.

[24] Ue, Bruxelles chiede pareri fino all’8 luglio 2025, in preparazione del Pacchetto sulle reti europee

[25] Energy and Industry Geography Lab https://energy-industry-geolab.jrc.ec.europa.eu

Scarica pubblicazione